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La Biennale BRAU
Temi e sottotemi della BRAU
Progetto Biennale BRAU


 

Invito dal CICOP-Italia

Se dovessimo definire il cuore del progetto BRAU, il nostro punto di partenza potrebbe essere la necessità di ridefinire la responsabilità e la consapevolezza correlate a ogni azione, il cui scopo è quello di modificare lo spazio a noi concesso, in termini di impatto sul paesaggio, sia naturale e urbano.

Mentre definiamo la parola "sostenibilità", la nostra responsabilità, come persone, verso l'eredità che abbiamo ricevuto e verso l'eredità che lasceremo ai nostri successori, gioca un ruolo fondamentale.

Crediamo che questo senso di responsabilità stia scomparendo, insieme alla capacità di interpretare e comprendere la saggezza e la conoscenza che appartiene alle tecnologie e alle tecniche del "passato", indugiando sul presente, per lasciare fuori la capacità di valutare i danni e la devastazione futura .

Cosa, dunque, che può essere considerato "sostenibile", nelle forme dello spazio che ci sono familiari, dagli spazi della vita quotidiana delle nostre case, villaggi e città, dai luoghi che sono parte di esso, ma anche la natura e il territorio?

Quali sono le riflessioni sulle quali ci possiamo soffermare ?

Esistono due fenomeni della nostra storia comune contemporanea che rappresentano una consapevolezza della realtà che stiamo vivendo e insieme una fonte di disagio:

  • la rapidità dei cambiamenti che la vita ormai ci propone;
  • la perdita della sensazione della distanza.

Siamo consapevoli del fatto che queste condizioni possono esprimere il disagio ad accettare la condizione, definita come "globalizzazione", ma anche la consapevolezza della impossibilità di resistere efficacemente a questo movimento inesorabile. La perdita, ma anche l'inutilità di un uso efficace della memoria, è una conseguenza diretta e, forse, inevitabile di questi due gradi di percezione della vita al giorno d'oggi. 

Con questi sentimenti, più che pensieri, vorremmo porre il problema della dimensione che ci interessa, quello della relazione tra la persona e il proprio spazio della vita quotidiana:

  • lo spazio della casa, della vita quotidiana individuale o familiare;
  • ma anche lo spazio della vita in comune associata, della comunità più o meno grande, della città o del villaggio;
  • lo spazio della distanza, del silenzio, della separatezza, ma sempre di fronte agli altri e alla natura.

In particolare, a partire da questo schema, quali sono i modi, i caratteri costitutivi con cui le diverse culture che identificano la molteplicità delle nostre civiltà, hanno voluto formulare una risposta e un modo originale di interpretazione ?

E soprattutto, possiamo pensare che possa esistere un futuro che lasci sopravvivere un principio identificativo e riconoscibile di tali caratteri ?

Infine una ultima riflessione, per noi molto importante.

La denominazione della nostra Associazione, Centro Internazionale per la Conservazione del Patrimonio, contiene in realtà un manifesto, una “charta”, da cui non possiamo sfuggire. Stiamo parlando della “conservazione” e del “patrimonio”.

La conservazione non ha senso, se non all’interno di una idea in evoluzione del Patrimonio, evoluzione come processo in cui la memoria è una funzione vitale utile non solo alla rappresentazione del passato, ma come processo utile per la speranza del futuro.

Ora, anche per quello che abbiamo detto avanti, questo processo sembra quasi inconciliabile con la nostra percezione di contemporaneità. Allora, cosa significa “conservazione del patrimonio”, in un’epoca di globalizzazione interessata principalmente alle forme dell’apparenza, che definisce per esempio Venezia come un enorme Parco a tema, una sorta di baraccone già pronto da consumare, senza la fatica di costruirne un altro finto, un outlet culturale a basso costo ?

Le veloci considerazioni che vi abbiamo proposto servono, come si suol dire, a rompere il ghiaccio.

Ma abbiamo bisogno di costruire insieme un progetto da presentare all’Unione Europea.

Ci costituiremo come Comitato tecnico-scientifico o gruppo esperto che condivida un progetto che successivamente possa essere fatto proprio dai nostri rispettivi riferimenti istituzionali che lo sosterranno di fronte alla Commissione europea.

Le guerre del passato, anche recente, si sono mosse con l’obiettivo di distruggere e cancellare le case, i monumenti, gli spazi della vita quotidiana per sopprimere le diversità e le identità.

Abbiamo imparato la lezione, e compreso che lo spazio di vita della quotidianità rappresenta il primo momento della formazione del Patrimonio, e anche la speranza più importante per la sua sopravvivenza. Non possiamo dunque parlare di Patrimonio se non in relazione alla concezione e alla vitalità che si esprime negli spazi della vita quotidiana. Dalla intensità di questi è possibile comprendere il ruolo e la funzione che assume il Patrimonio culturale.

Se dovessimo proporre alcuni temi per iniziare a costruire una proposta di lavoro da perfezionare durante lo svolgimento della BRAU, potremmo pensare:

  • la comunità locale, modi di vita individuale e collettiva;
  • paesaggio come rappresentazione della comunità;
  • globale/locale: le forme indotte e la sopravvivenza delle regole e dei sistemi tradizionali;
  • interessi locali o estranei nella costruzione dello spazio di vita.

Inoltre, pensiamo che sia utile arrivare a definire un luogo che possa accumulare informazioni, dati e documenti, nella forma di un Centro Studi o di un Osservatorio, che si proponga di identificare il Sistema della Qualità e gli stati di disagio.

Cosa ne pensate a riguardo?

Possiamo scambiarci le nostre opinioni via e-mail, chiarirci le idee e proporre soluzioni anche diverse, per arrivare comunque a valutare se una proposta del genere possa essere condivisa e ritenuta utile. 

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Intanto vi salutiamo molto cordialmente.

(per il Comitato Diretivo del CICOP-Italia)

Nina Avramidou         Pierpaolo Mattioni           Alberto Satolli

 

Orvieto

Perché la Biennale BRAU

Non esiste un luogo istituzionalizzato di confronto permanente e di verifica su scala internazionale, di sperimentazioni progettuali nell’ambito del restauro architettonico e della riorganizzazione della città esistente.
La Biennale sul Restauro consente pertanto una esposizione ragionata sugli interventi effettuati od in corso, affrontando tematiche di natura culturale e di definizione teorica, come pure aspetti relativi all’uso corretto delle tecnologie ed alla valutazione delle caratteristiche prestazionali residue del patrimonio architettonico. 
Un tema importante riguarda poi la riqualificazione e re-invenzione degli spazi architettonici ed urbani, in un’ottica legata alle peculiarità regionali ed all’uso corretto delle risorse locali. 

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Approccio tecnico e culturale

Il progetto della Biennale sul Restauro è scaturito da una attenta analisi di tutti gli aspetti (culturali, sociali, economici, tecnologici e di mercato) che condizionano l’attuazione del “Progetto dell’Esistente” ostacolando uno scambio fra idee ed intervento, scambio fondamentale per favorire strategie di intervento capaci di governare in modo integrato i processi conservativi e trasformativi, tutelando valori, risorse e documenti, e corrispondendo alle principali esigenze ed aspettative.

Questa prima Biennale prevede una impostazione ed articolazione tecnico-culturale che gravita attorno agli aspetti gestionali, tecnologici ed economici, con una visione di tipo altamente interdisciplinare.

Non vi è testimonianza che mostre espositive in precedenza abbiano affrontato la totalità di questi aspetti.

Importante è anche il carattere di continuità del Progetto Biennale, che consente di realizzare un luogo di confronto e di aggiornamento permanente e su scala internazionale, ad oggi non presente né in Italia né in altri Paesi.

Aree Tematiche della BIENNALE sul RESTAURO

A. Progetti di manutenzione permanente di piccole città.

B. Interventi di riqualificazione globale di Complessi Monumentali.

C. Strategie per la riappropriazione degli edifici dimessi ubicati nei centri urbani ed extra-urbani; archeologia industriale.

D. Interventi sul patrimonio edilizio moderno.

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